Performance Contemporanea – “AnyMe”

[Domenica 11 Agosto – Ore 20:30]

Una performance artistica di anime indipendenti nata dall’esigenza di comunicare, comunicare con chi non è più parte della vita terrena, con chi ci ha lasciato la sua presenza come compagna di vita.

“AnyMe parla della libertà spirituale contrapposta alla schiavitù moderna a cui ci stiamo incatenando e ingabbiando. La comunicazione mediatica che dirige il mondo verso ideali effimeri e la semplice apparenza che soffoca la nostra natura nascondendola dietro a maschere-schermo.”

Qualunque “Io” appartenente al mondo terreno può scegliere se e come esprimersi, ma deve avere gli strumenti educativi per farlo, Chiunque deve poter trovare la strada per intraprendere il viaggio verso la propria metamorfosi Individuale. È semplice comunicare con un “like” o un “cuoricino”, ma cosa vogliamo veramente dire con questi simboli? Possiamo esprimere apprezzamento, piacere, supporto, ma potranno mai parlare come uno sguardo, una parola una carezza, un abbraccio, una qualsiasi forma di contatto o un’espressione facciale?

Siamo individui fatti di sensi, sensazioni, sentimenti e percezioni che definiscono l’essere umano e le relazioni tra simili e ambiente circostante. Il filtro di uno schermo può aiutarci a comunicare e superare la timidezza, ma cosa succede quando ci troviamo face to face con ciò che ci circonda e convive con noi?
Siamo Anime Libere, incatenate alla comodità semplice del tutto e subito, siamo Anime che bruciano di rivoluzione, siamo Anime che possono salvare ed essere salvate!

I media aprono gli orizzonti, ma possono anche incatenarci ad una vita che invece di evolvere verso l’individualizzazione, l’affermazione, la differenziazione e l’indipendenza, involve verso l’omologazione e la dipendenza.
Siamo tutte anime libere! Chi vogliamo diventare? Come vogliamo comunicare?

E tu, chi sei?
Idea e sceneggiatura: Alice D’Altoè, Barbara D’Altoè – Interpreti: Alberta Schenardi, Alessio Lorenzon, Alice D’Altoè, Andrea Tonon, Enrico Pillon, Gjelana Kastrati, Pablo Vidal