Grande successo per la mostra Pamarte “706 – Arte In Quota”

Sin dalla sua prima edizione il Pamali Festival ha avuto come intento quello di unire alla musica altre forme di cultura e arte; quest’anno il festival ha presentato “706 Arte in Quota”,  collettiva d’arte contemporanea che ha ospitato quattordici artisti, scelti tra i più suggestivi del panorama nazionale, che si sono raccontati attraverso l’esposizione delle loro creazioni nell’incantevole cornice del Passo San Boldo.

Dopo il taglio del nastro di giovedì 20 agosto 2015, con la performance artistico musicale della danzatrice Alice D’Altoè, accompagnata dal musicista Mattia Carradori, presentati da Cristiana Buso, la mostra ha riscosso un ottimo successo di pubblico. Davvero molti i visitatori che nei quattro giorni del festival hanno ammirato le opere d’arte degli artisti presenti in tre padiglioni.

Il primo padiglione, “La Muda”, allestito all’Antica Osteria La Muda (l’antico edificio del dazio), ha ospitato i milanesi Metaborg ed Eleonora Prado, e il veneto Angelo Finamore. I Metaborg hanno portato in mostra una nuova generazione di favolose macchine pensanti, presentate per la prima volta presso la nota Casa Museo milanese Spazio Tadini lo scorso luglio, per la personale del duo artistico di scultori Gianni Zara e Luca Motta. Le loro opere erano accompagnate dalle tavole ispirate al mondo Metaborg della disegnatrice e pittrice Eleonora Prado.

Angelo Finamore, da sempre affascinato dal mondo del fantastico e dalle atmosfere della fantascienza, era presente con fantasiosi veicoli di puro sapore steampunk.

Al secondo padiglione, “La Pineta” – la prima locanda costruita nel San Boldo – sono state esposte le opere di artisti di diversa origine, cultura, passione, visione: dalle fotografie di Nika Marchi, Andrea Gottardi e Tamacka, passando alle installazioni di Lenny Lucchese e Maison Ròde e alle sculture di Andrea Locci e Saimonsubs, fino ad arrivare alla pittura di Giovanni Bet.

Nel terzo padiglione, “Il Cubo”, c’erano invece le ingegnose macchine dell’artista Mattia Gardenal e la video installazione di Water Harps di Riccardo Casagrande, già vincitore della Prima Biennale del Riutilizzo e della Sostenibilità di Nuoro.

Infine “open air” l’artista multimediale Antonio Pipolo ha portato lo spettatore a riflettere sul rapporto conflittuale tra uomo, natura e tecnologia, attraverso l’installazione interattiva “Abstract Temple”.

Ideata e promossa dal Pamali Festival, la mostra è stata curata da Barbara D’Altoè, progetto dell’allestimento di Joe Belvedere.